DR. Philippe LAGARDE
Specialista
in oncologia università di Parigi
Direttore
del riparto di oncologia Centro SH San Marino
Dobbiamo in un primo momento distinguere due aspetti
differenti:
1-La
nutrizione anti-cancro che si riferisce alla prevenzione della malattia,
2-Il
trattamento nutrizionale specifico del malato di cancro.
Si capisce che la prevenzione si indirizza a
gente sana mentre i malati di cancro
hanno problemi fisici, meccanici, biologici e mentali che necessitano una
nutrizione anche adatta a questi fattori.
In
particolare, le terapie anti-cancro sono estremamente pesanti, tossiche e
provocano effetti secondari molto importanti.
Molti di questi
effetti secondari possono e devono essere curati tramite una nutrizione
specifica.
Esistono
senza dubbio dei punti fissi validi sia in prevenzione che in trattamento
nutrizionale del malato di cancro, in particolare sui principi di base
dell’alimentazione.
I fondamenti
dell’alimentazione anti-cancro riposano su due principi:
-
ridurre l’apporto delle sostanze
che favoriscono la degenerazione cellulare e la crescità della cellula
tumorale.
-
detossificare l’organismo in quanto la ricerca scientifica ha dimostrato che l’aumento
dell’inquinamento intra ed extra-cellulare è la causa principale della genesi
dei tumori ma anche delle altre malattie gravi.
La cellula
maligna é una « super » cellula
impressionante di « intelligenza » e dotata di multiple e diverse capacità. La
prima domanda che logicamente dobbiamo fare é:
« Che cosa mangia? Come fa per vivere,
crescere, moltiplicarsi?
Ha bisogno in prima linea di :
1- Ossigeno .
2- Zuccheri
3-Poliammine
4- Fattori di crescita
5- Tante altre cose che conosciamo
male o che ignoriamo ancora.
La soluzione
evidente sarebbe di cancellare l’apporto di questi nutrizionali.
Ma voglio
immediatamente fare capire le difficoltà
che dobbiamo affrontare:
1-Un grande
dilemma viene dal fatto che l’organismo dell’uomo sano ha bisogno di ossigeno,
di zuccheri, di poliammine e di fattori di crescità, come la cellula maligna.
Come bloccare
l’alimentazione delle cellule maligne senza bloccare quella delle cellule sane?
E’ evidente che fare morire di fame le cellule maligne non dando questi
nutrizionali é una missione che sembra impossibile e vedremo che non abbiamo la
certezza che sia la buona soluzione finale.
2-La ricerca non risponde
chiaramente e le polemiche fra scienziati aumentano la confusione.
3- Una delle cause della
polemica è il fatto che si confonde la
dieta della prevenzione dalla nutrizione del malato di tumore. Anche se
troviamo dei punti di incontro , sono due aspetti ben diversi. Prevenire vuol
dire impedire alla cellula normale di trasformarsi mentre in presenza di un
tumore, composto di cellule maligne, le regole cambiano in quanto dobbiamo
impedire la sua crescità e la sua disseminazione.
E lo vedremo,
in particolare, con l’ossigeno.
Come
diminuire l’apporto di ossigeno al tumore?
Ogni giorno,
una cellula sana utilizza mille milliardi de molecole di ossigeno per bruciare
l’alimentazione e generare dell’energia. Senza l’ossigeno, la vita è
impossibile. Le cellule maligne ,che formano un tumore, non sfuggono a questa
regola.
Le prove sono
evidenti e la logica viene rispettata.
Il solo modo di privare il tumore dall’ossigeno è di diminuire la
formazione del l’angiogenesi che consiste nello sviluppo di nuovi vasi sanguigni a partire
da altri già esistenti.
Questa
prevenzione del cancro per blocco dell’angiogenesi non è un mito; esiste già
dentro il nostro piatto.
In effetti,
diversi frutti e verdure che consumiamo sono delle sorgenti privilegiate di
molecole che agiscono specificatamente su questi vasi bloccando la loro
formazione.
L’assorbimento
quotidiano di questi alimenti crea dunque un ambiente ostile ai tumori
bombardando costantemente i nuovi vasi sanguigni che cercano di svilupparsi.
La
consumazione quotidiana di alimenti contenenti quantità importanti di molecole
che bloccano l’angiogenesi rappresenta senza dubbio un modo non indifferente
messo a nostra disposizione per diminuire lo sviluppo di un tumore e delle sue
metastasi.
In effetti,
diversi frutti e verdure che consumiamo sono delle sorgenti privilegiate di
molecole che agiscono specificatamente su questi vasi bloccando la loro
formazione.
Alcuni esempi
di alimenti che aiutano a bloccare l’angiogenesi:
L’uva e i
frutti di bosco: lamponi,
fragole, mirtilli costituiscono una sorgente privilegiata di polifenoli (acido
ellagico, antocianidini e proantocianidini) dal potenziale anticancerogeno.
Il
pomodoro: il
licopene, pigmento responsabile del colore rosso è il composto essenziale delle
sue proprietà anticancerogene; ma esiste un ma: il pomodoro é molto ricco di poliammine e diconseguenza
certi pensano che debba essere eliminato dall’alimentazione.
Il the
verde contiene grandi
quantità di catechine, delle molecole che possiedono delle proprietà
anticancerogene riconosciute in quanto alcune tra queste sono antiangiogenetiche.
Il curcuma
contiene della
curcumina che ha un’azione inibitrice sulla crescita delle cellule tumorali
soprattutto nel caso di leucemie, cancri delle ovaie e della mammella. Questa
molecola agisce bloccando la formazione dei nuovi vasi sanguigni.
Gli agrumi: un’arancia contiene quasi 200 composti diversi fra i quali troviamo una sessantina di polifenoli e diversi terpeni che possono prevenire la progressione del cancro; inoltre gli agrumi contengono delle vitamine e dei sali minerali.
L’olio
d’oliva: è ricco di
polifenoli antiangiogenici.
Il
cressone: ha un’azione
antiangiogenica legata ad una proteina 4E-BP1.
I glucidi.
I glucidi
(comunemente chiamati zuccheri o idrati di carbonio) rappresentano la prima
fonte di energia che l’organismo puo’ facilmente utilizzare e rendere
mobile, in caso di sforzo, per esempio.
Ne esistono
diversi tipi, caratterizzati per strutture più o meno complesse.
I glucidi ci
forniscono il glucosio, combustibile di ogni cellula del nostro corpo.
Per il
cervello, il glucosio é infatti l’unica sorgente di energia utilizzabile.
Per una volta
tutti i lavori scientifici vanno più o meno nella stessa direzione!
Le cellule
tumorali si nutrono di glucosio, ne sono golose, molto di più delle cellule
normali.
Questa
particolarita’ ha permesso di mettere a punto una tecnica di diagnosi delle
cellule cancerogene, il PET-SCAN, ultimo progresso della diagnosi per immagine.
In più, gli
apporti di zucchero aumentano la glicemia e la secrezione di insulina, un
ormone che si pensa favorisca la crescita delle cellule tumorali.
L’eccesso di
zucchero ha anche come effetto quello di aumentare il peso e l’infiammazione,
che ne fa la culla dei cancri.
Infine,
mangiando meno zucchero, si aumenterebbe l’efficacia del sistema immunitairio e
di fatto aiuterebbe a lottare in teoria contro la progressione delle cellule
cancerose.
La problematica risiede nel fatto che, come l’ossigeno,
anche le cellule sane hanno bisogno di zuccheri.
Di
conseguenza, la sua eliminazione totale è impossibile ma la sua riduzione si.
Dobbiamo
tuttavia stare molto attenti in quanto l’ipoglicemia è una complicazione che si
incontra nei cancri generalizzati.
L’importante
è sopratutto scegliere bene il tipo di zuccheri da assumere.
La nozione di
zuccheri rapidi e lenti ( di assorbimento) è ancorata nella mente della
popolazione. Essa crede che dobbiamo evitare i primi e favorire i secondi. Non
é cosi’ semplice. Sopratutto, non è molto importante il problema della
velocita’ di assorbimento. L’importante è la scelta degli zuccheri da
consigliare .
L’importante
è quello che chiamiamo INDICE GLICEMICO.
I glucidi
sono classificati in funzione della loro capacità di provocare la produzione di
insulina. Più uno zucchero entra rapidamente nel sangue dopo il suo
ingerimento, più cresce la produzione di insulina ( ormone prodotto dal
pancreas) che fa abbassare la glicemia.
L’indice
glicemico è per esempio di 100 per il glucosio, di 65 per il pane integrale, di
51 per la pasta, di 39 per le patate e di 29 per il fruttosio.
Avete capito
tutto.
Ricapitoliamo:
Nel
trattamento nutrizionale del malato di cancro:
1.
Non
si deve eliminare sistematicamente gli zuccheri.
2.
Favorire
al massimo gli zuccheri che hanno un indice glicemico più basso possibile per
limitare la secrezione di insulina
3.
Il
fruttosio é lo zucchero più adatto.
Le
poliammine
Sono la
putrescina, la cadaverina, la spermitina e l’ agmatina.
Indispensabili
per la moltiplicazione di certe cellule. Le cellule cancerose sono molto
golose di poliammine, quindi se
togliamo le poliammine ad una cellula cancerosa dovrebbe smettere di
replicarsi.
E’ semplice
ma troppo semplice!!!!
In effetti : Sopprimere
gli alimenti contenenti delle poliammine é molto difficile da applicare, e inoltre
non è sufficiente : inanzitutto dobbiamo abolire più della metà degli alimenti
comuni e, Inoltre, bisogna cambiare la preparazione e la conservazione ed
utilizzare solamente prodotti freschi. Unicamente persone molto determinate e
tenaci possono seguire queste regole. Dalla nostra esperienza, ci risulta che
solo il 5% dei pazienti ci riesca.
Piu
problematico ancora, al di fuori degli alimenti, esistono altre 2 fonti di poliammine nell’organismo: le cellule sani e i batteri dell’intestino.
I
fattori di crescita
Un fattore di
crescita è una sostanza o molecola capace di stimolare o di diminuire la
crescita cellulare. Possono essere gli ormoni per esempio.
In generale, sono
delle glicoproteine ( molecole composte di zuccheri e di proteine) che stimolano
la crescità ma anche la proliferazione e la differenziazione delle cellule. Il
loro ruolo è importante nella produzione cellulare eccessiva di alcuni cancri,
ma possono qualche volta partecipare alla nascità delle cellule maligne.
In teoria,
hanno un’azione ben specifica relativa ad un tipo determinato di cellule.
Alcuni scienziati pensano che questa specificità non sia totale e che certi
fattori di crescità possono essere utilizzati dalle cellule maligne. È il caso
del fattore di crescità specifico alle piastrine, il PGF che è utilizzato dalle
cellule cancerose come lo dimostrano i numerosi lavori in vitro.
La nostra
alimentazione contiene obbligatoriamente dei fattori di crescità, in
particolare nel latte e nelle carni.
Il latte contiene degli estrogeni ( piu o meno
250 ng/litro) sospettti di influenzare la nascita e lo svillupo di alcuni
cancri ( mamella in particolare). Contiene anche delle proteine che stimolano
la sintesi del fattore di crescità IGF1.
Le carni contengono dei fattori di crescità
prodotti naturalmente dall’animale ma provengono anche dai metodi di
allevamento e alimentazione degli animali.
Finalmente, ridurre l’apporto di questi elementi
è possibile ma difficile. Eliminarle impossibile.
Questo non
significa essere inutile, e seguire queste regole generali indicate
precedentemente è auspicabile.
Ma secondo
me, il trattamento nutrizionale del malato di cancro non si ferma qui e
comporta due altri capitoli che mi sembrano molto piu importanti dal punto
vista pratico:
l’inquinamento extra ed
intracellulare è la
causa principale della genesi dei cancri come la maggioanza
delle grandi malattie. Diventa evidente che agire a questo
livello resta importante. La detossicazione e la lotta contro l’apporto supplementare
di radicali liberi è dunque auspicabile, anche in prevenzione. Soprattutto
considerato il fatto che le terapie subite dal malato di cancro sono delle
sorgenti di radicali liberi. In fatti, tutto
si gioca al livello dell’ intestino:
alcuni alimenti, in particolare quelli industriali, provocano la formazione di
una flora di putrefazione tossica, fenomeno aumentato dall’ uso esagerato di
farmaci (antibiotici e lassativi), provocando un’ aggressione alla mucosa
intestinale. Il danno sugli enterociti e spesso la loro distruzione, portano ad
una patologica permeabilità dell’ intestino tenue.
Questo permette a certe molecole alimentari e batteriche di
attraversare la barriera intestinale e raggiungere la circolazione sanguigna o
linfatica per penetrare nel liquido extracellulare e nella cellula.
Fino ad un certo punto l’ organismo
può difendersi dai radicali liberi specie quando gli emuntori permettono la
loro eliminazione.
Preservare lo stato generale, sostenere il suo
sistema immunitario, proteggere i suoi emuntori e diminuire cosi la tossicità
delle terapie anticancro.
Tutto questo è possibile grazie all’alimentazione ed all’assunzione di
complementi alimentari scelti con cura e di qualità.
Questo è primordiale per ottenere quello che manca ai nostri
trattamenti oncologici:Il comfort.
È un vero peccato che l’oncologia non abbia encora capito
l’importanza di questo aspetto nell’interesse del malato.
In conclusione, voglio insistere su questa nozione fondamentale:
« Siamo tutti diversi, una terapia o una dieta uguale per tutti non
è né logica, né scientifica».
E perche il
futuro é probabilmente la nutrigenetica.
A partire dai geni si puo’ eventualmente capire quali sono gli alimenti adatti e
non ad ogni persona. Ma siamo encora all’inizio della strada............
Per maggiori informazioni visita il sito http://www.vitacomplex.it/
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